La Filuzzi
Il ballo liscio si è evoluto a Bologna in una forma unica: la Filuzzi, che ha trovato la sua anima nei portici, nelle feste popolari e nei suoni degli organetti a manovella.
Il cuore di Bologna pulsa al ritmo della Filuzzi, una danza che incarna l’eleganza, la storia e l’identità di questa città. Nato dall’incontro tra il liscio e i balli tradizionali portati dai migranti delle campagne, la Filuzzi è più di un semplice ballo: è una celebrazione della cultura popolare bolognese, un’arte che unisce generazioni sotto i portici e nelle sale da ballo.
Il liscio, introdotto in Italia tra Settecento e Ottocento, trovò terreno fertile a Bologna nel periodo postunitario. Qui, il ballo si trasformò in un linguaggio universale, grazie anche alla Società del Dottor Balanzone, che organizzava eventi per unire cittadini e migranti. Fu proprio questo incontro a dare vita alla Filuzzi, una variante bolognese che fonde l’eleganza del valzer con i ritmi tradizionali delle campagne.
Gli strumenti e i luoghi della città divennero simboli di questa danza: l’organetto bolognese, perfezionato dal liutaio Attilio Biagi, sostituì il clarino, e i portici di Bologna si trasformarono in piste da ballo improvvisate. La Filuzzi, con le sue movenze raffinate e la cura nell’abbigliamento dei ballerini, divenne un’espressione artistica unica e popolare, simbolo di eleganza e identità.
Il primo dopoguerra segnò il periodo d’oro della Filuzzi, consolidandola come un elemento imprescindibile della cultura bolognese. Tuttavia, il secondo conflitto mondiale e l’arrivo dei nuovi stili americani come il boogie-woogie e il foxtrot portarono a un’interruzione generazionale. I giovani guardavano altrove, ma la Filuzzi continuò a vivere come un simbolo dello spirito bolognese: un ricordo tangibile di un’epoca in cui il ballo era molto più che divertimento, era un linguaggio condiviso, capace di connettere tradizione e modernità.
Oggi, la Filuzzi rimane una parte viva del patrimonio culturale della città, pronta a incantare chiunque voglia scoprire la sua storia e lasciarsi trasportare dalla sua magia. È un invito a immergersi in un passato fatto di note, movimenti e sorrisi, dove l’eleganza si fonde con la passione e i portici di Bologna diventano il palcoscenico di un’arte senza tempo.